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i propri file audio con altri utenti? E' polemica 

Corpo a corpo con la Germania

L’ONU e il futuro economico dell’Europa


i propri file audio con altri utenti? E' polemica

Musica, sotto processo il jukebox virtuale La banca dati Napster, con le sue migliaia di canzoni in Mp3, accusata di pirateria dalle case discografiche

Le centinaia di migliaia di iscritti, e in particolare i giovanissimi, la considerano una vera manna piovuta dal cielo: una sorta di Babbo Natale elettronico che dispensa, su richiesta, le canzoni preferite, senza farle pagare una lira. E invece Napster, la più grande e frequentata banca dati Internet di file Mp3 (cioé di brani musicali), negli Stati Uniti è finita alla sbarra: a denunciarla, presso la Corte distrettuale della California del Nord, è stata l’associazione che raggruppa i produttori discografici americani, che la accusa di violazioni delle leggi sul copyright. In una parola, di pirateria.

Il processo, per adesso, è ancora agli inizi: la prima udienza si è svolta solo pochi giorni fa. Ma il dibattito, negli Usa, si è subito fatto rovente, visto che Napster conta su un vero esercito di sostenitori: persone che (forse) non comprerebbero un cd “clonato”, o una videocassetta pirata. ma che non trovano nulla di male a scaricare sul proprio pc i file Mp3, per sentire (e risentire) le canzoni preferite. Gente che da mesi fa la fortuna della banca dati online, basata su un'idea di grande successo: la condivisione della musica con gli altri iscritti. Chi si registra, infatti, deve portare in “dote” agli altri utenti i brani che ha già sul computer; in cambio, potrà usufruire dell’intero archivio, costituito dalla somma di tutte le migliaia di “donazioni individuali”.

E’ chiaro che, con queste caratteristiche, Napster ha avuto, negli ultimi tempi, un vero e proprio boom di accessi: invece di andare nel web a caccia di questa o quella canzone, basta richiederla alla banca dati, e nella maggioranza dei casi il file è già lì, a disposizione. Ma è altrettanto ovvio che, per le grandi case discografiche, l’intera iniziativa rappresenta una minaccia: anche se non è direttamente frutto della pirateria (anzi, sul sito è scritto che le norme sul copyright non devono essere violate), è vero che in molti casi i documenti audio inseriti nell’archivio sono stati prelevati, da qualche parte in Rete, con modalità poco ortodosse.

E, secondo le previsioni degli esperti, sulla base delle leggi in vigore la ragione è tutta dalla parte dei produttori. Ecco perché la piccola azienda Napster non userà la linea dura, e cercherà invece un accordo: “Negli ultimi giorni - ha dichiarato alla Cnn l’amministratore delegato Eileen Richardson - abbiamo scritto ai nostri avversari, auspicando un'intesa”. Vedremo.

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Corpo a corpo con la Germania

Per fare i conti del Novecento Dallo Zeppelin alle gemelle Kessler, dalla Volkswagen al Muro di Berlino: nella nuova raccolta di racconti lo scrittore ripercorre miti e simboli della patria. Suscitando polemiche. Ma lanciando un'idea forte: la storia della nostra epoca l'hanno fatta proprio i tedeschi. Nel bene e nel male.

Qualche anno fa Umberto Eco scandalizzò tutti andando oltreoceano a parlar male dell’Italia. Si difese poi ricordando che gli scrittori da noi lo hanno sempre fatto. Diverso il caso della Germania, almeno stando alle reazioni dell’opinione pubblica tedesca, che dal 7 luglio scorso è in fermento per la pubblicazione dell’ultimo libro di Günter Grass: una durissima requisitoria contro la Germania del Novecento firmata dal più famoso scrittore tedesco vivente. Il mio secolo viene ora tradotto in italiano da Einaudi e c'è da credere che le polemiche divamperanno anche da noi, a maggior ragione dopo l’assegnazione a Grass del premio Nobel per la letteratura di un anno cruciale come l’ultimo del secolo.

Evento Letterario

La copertina di ‘Il mio secolo’

Fin dall’estate l’operazione di Grass era apparsa a qualcuno di una tempestività fin troppo concentrata. Aveva colpito che proprio nei mesi che precedono la fine del Novecento il massimo scrittore tedesco avesse deciso di pubblicare un libro che passa in rassegna gli orrori della Germania contemporanea.

Un coraggioso esempio di letteratura civile o un’azzeccata mossa   degna di un compatriota dei Buddenbrook e dei Krupp? Certo è che una campagna pubblicitaria senza precedenti ha accompagnato il lancio del libro, con anticipazioni su Die Zeit, passaggi in tv, letture nelle università e addirittura mostra dei cento acquerelli di mano dell’autore, che nella versione maior dell’edizione tedesca accompagnano il testo. Ora, nell’imminenza del Natale, Mein Jahrhundert viene tradotto in 16 paesi fra cui l’Italia, mentre in altri sedici vedrà la luce l’anno prossimo.

Chiacchieratissimo come sempre, oggetto di odi profondi e di altrettanto viscerali amori, da quarant’anni onnipresente sulla scena tedesca, l’autore del Tamburo di latta è stato al centro di una violenta polemica, in verità più politica che letteraria. I critici, in testa il prestigioso Marcel Reich Ranicki (nella foto qui a fianco) per conto loro l’hanno accusato di avere costruito marionette invece di personaggi. Altri hanno lamentato che, salvo apparizioni di scorcio, la sua persona manca del tutto nel libro. Ma questa singolare raccolta di racconti non più lunghi di due-tre pagine, ciascuno intitolato a un anno del secolo, è già l’evento letterario dell’anno.

Ed è destinato a riaccendere l’interesse in queste ultime settimane, quando tutti, storici, letterati, giornalisti, personaggi della politica e dello spettacolo, si preparano a offrirci la loro personale sintesi del Novecento che fugge.

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L’ONU e il futuro economico dell’Europa

L’Onu è ottimista sul futuro economico dell’Europa: l’apposita commissione delle Nazioni Unite prevede infatti per il Vecchio Continente una crescita del 3 per cento nel 2000; inoltre, per i paesi hanno ancora uno sviluppo in transizione, nell’area centrale e orientale, il prossimo anno la crescita dovrebbe segnare un indice del 2 per cento: un tasso medio di crescita - precisano gli esperti Onu - mai toccato negli ultimi 10 anni.

Secondo la commissione dell’Onu, in particolare, nella prima metà del 1999 il Pil reale è cresciuto solo dell’1,6 per cento, mentre la produzione industriale è rimasta lenta. Rispetto all’anno in corso, la Commissione stima che la crescita del Pil sarà in media del 2,1 per cento nei paesi dell’Unione europea e appena sotto il 2 per cento in tutta l’Europa Occidentale. La differenza tra le due aree è in gran parte dovuta agli effetti del terremoto sul pil della Turchia.

Il quadro europeo complessivo, descritto dagli analisti dell’Onu, presenta alcune variazioni tra i diversi paesi: ad una forte crescita di quelli più piccoli, infatti, si contrappone uno sviluppo più lento in Germania e in Italia. Gli indicatori, si legge infatti nel documento, mostrano che le economie dell’Europa occidentale hanno recuperato forza nella seconda metà del ’99 e questo trend proseguirà nel prossimo anno.

In materia di politica monetaria, inoltre, l’Onu ritiene che sarebbe da evitare un giro di vite: nonostante l’apprezzamento di alcune materie prime, si legge infatti nel documento della commissione, “non c’è ragione di attendersi una significativa accelerazione dell’aumento dei prezzi e per questo non vi è motivo per la Bce di alzare i tassi”. Quanto alle economie di transizione dell’Europa centrale e orientale, la si ricordano gli effetti negativi della crisi russa e della guerra del Kosovo, mentre per il 2000 prevalgono stime favorevoli, con una crescita globale del Pil intorno al 2 per cento.

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